<Kriorbs 61. Dies from metal to support reflecting

30 novembre 2024

Gianni Atzeni
con la musica elettroacustica di Roberto Follesa
a cura di Giovanni Manunta Pastorello e Giovanna Pittalis

Nell’ampliamento temporaneo della Gebaude art gallery in via Cagliari 6, si è tenuta la mostra “<Kriorbs 61. Dies from metal to support reflecting” di Gianni Atzeni. Un intervento perfomativo audio/visual dell’artista con l’accompagnamento della musica elettroacustica di Roberto Follesa

Gianni Atzeni è un artista alchimista. Lavora coi metalli, con la luce, col suono.
Tutti i mezzi possono essere strumenti necessari per arrivare a una forma, quella dell’opera che coinvolge tutti i sensi, un’arte sinestetica che mostra ciò che ha trovato nella propria sperimentazione.

“Le mie improvvisazioni, KRIORBS – l’insieme della manipolazione delle fonti luminose con la musica diventano protagonisti dell’evento. Essi scrutano nei dettagli più inaccessibili all’occhio e dell’orecchio di chi guarda e di chi ascolta favorendo scenari che l’immaginazione può creare (R. Zanata) -, si fregiano delle collaborazioni audio con Maurizio Conte, Roberto Zanata, Marco Ferrazza, Roberto Musanti, Roberto Follesa, Filippo Mereu, Massimiliano Atzeni, Mario Massa, Nicola Agus e Marco Antagonista”, dice l’artista.

“KRIORBS – aggiunge Atzeni – è un particolare esempio di traduzione intersemiotica. Si tratta infatti di tradurre un’opera nata per essere effimera, una sorta di liquidità della luce che sembra rivelarsi per sequenza di immagini in nuove, mutevoli, configurazioni”.

Il mondo si presenta a noi attraverso i nostri sensi, Gianni Atzeni li converge in un’unica opera; una cosmogonia complessa e ordinata, coinvolgente e metafisica, come il mondo.

Si tratta dei uno dei motivi più importanti della produzione artistica di Atzeni che crea, tramite un processo nuovo da lui adottato con una pagina specchiante e dell’inchiostro, immagini speculari riflettenti e inaspettate. Le luci cangianti e la registrazione video dell’esecuzione dell’opera rendono il lavoro finale fluido, quasi somigliante a una sequenza di immagini mutevoli.

La musica viene eseguita dal vivo, e sottolinea, ancora una volta, l’importante associazione dei due “territori espressivi” che si incontrano e intrecciano mutando in sinergia.

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